Tradizionalmente 12 notti dopo il Natale si celebra la ricorrenza dell’Epifania, il 6 Gennaio. In questa festività possiamo trovare contemporaneamente due diversi tipi di celebrazioni: da un lato quello di matrice cristiana relativo all’avvento dei Re Magi, venuti dall’Oriente per adorare Gesù bambino, dall’altro quello più tradizionale e popolare riguardante la figura della Befana. La befana è un simpatico e particolare personaggio che viene raffigurata come una vecchia strega con i capelli bianchi e scarmigliati e gli abiti scuri e logori. La leggenda narra che durante la notte del 6 Gennaio essa arrivi a cavallo di una scopa volante, per visitare le case e portare in dono ai bimbi bravi dolcetti e regali.

Le radici di questa figura affondano nei tempi in cui, seguendo i cicli della natura, veniva celebrato il passaggio al nuovo anno in coincidenza col Solstizio invernale e propiziata La Madre Terra la quale appariva nella sua forma di Dea Anziana. Nelle sue sembianze di “vecchia”, la Befana rammenta la natura invernale apparentemente fredda e spoglia. Come la Terra, anche la Befana in superficie assume le sembianze di una vecchia spaventosa, così come l’inverno è duro e rigido. Al di là delle sue vesti di megera però questa simpatica vecchietta porta con sé dolcetti e doni, simbolo della rinascita che avviene con le semine primaverili. In Europa e nelle varie tradizioni popolari vi erano molte figure simili a quelle della Befana: nell’area germanica vi era la Dea Berchta, la quale nella notte del 6 Gennaio passava di casa in casa a controllare lo stato d’ordine e pulizia di ogni dimora. Se le donne avevano mantenuto le loro abitazioni in maniera eccellente, avrebbero ricevuto dei doni per il loro operato. Gli Antichi Romani nel periodo di inizio anno celebravano la Dea Strenia, portatrice di prosperità, infatti in suo onore venivano scambiate in dono delle statuette d’argilla o in bronzo chiamate Sigilla. Le Sigillarie, ovvero le feste a lei dedicate, erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono delle bamboline. Durante il Medioevo invece era diffusa  presso la popolazione contadina, l’idea che la Dea Diana ( dea della Luna) volasse sopra i campi in questa notte propiziando la fertilità dei raccolti futuri. La chiesa purtroppo arrivò a condannare tali bellissime tradizioni e ben presto Diana e i suoi seguaci mutarono nell’aspetto fino a diventare streghe vecchie e brutte che a cavallo di scope volanti, si ritrovavano per celebrare riti demoniaci.

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La scopa è sempre stato un oggetto con una forte valenza simbolica, in quanto spazza via il vecchio e ciò che è destinato a “morire”, per fare spazio al nuovo. Nella magia viene spesso utilizzata una scopa di saggina per allontanare eventuali forze negative. Oltre a questo la scopa per il suo manico si presenta anche come simbolo fallico: la Strega ponendosi a cavallo di essa, assume una posizione di controllo, in netta contrapposizione a quella che era la concezione della donna nella società medievale ( e anche in tempi più recenti oserei dire..).

In sintesi nella figura della Befana si fondono tutte le componenti dell antiche Dee della natura invernale e delle “streghe” loro seguaci e infatti il persistere di questa tradizione, anche se epurata dalle sue connotazioni originarie, è un forte segnale di quanto il ricordo e la saggezza degli antichi rituali sia ancora presente oggi.

Alice