10/10/2017 

Cari amici, oggi con molto piacere vi presento il bravissimo astrologo Marco Tarallo che ci parlerà dell’entrata di Giove nel segno dello Scorpione. Buona lettura!  

Giove in Scorpione dal 10 ottobre 2017 all’ 8 novembre 2018.  Cosa aspettarsi?

 

Da appassionato studioso di Astrologia, mi è stato chiesto di scrivere un articolo sull’entrata di Giove in Scorpione. Esistono diverse rubriche valide che trattano il tema attraverso ottiche  tecniche, classiche o psicologiche. Di seguito ho deciso di esporre le mie riflessioni in merito, osservando la questione da un’angolazione un po’ particolare, senza avere la pretesa che il mio punto di vista sia “verità assoluta”. Tutt’altro.

La verità è relativa: forse una frase abusata o non compresa fino in fondo, ma è il primo concetto che mi preme sottolineare. Stiamo parlando di Astrologia, stiamo parlando di transiti e, a maggior ragione, stiamo parlando di Giove, considerato il “benefico per eccellenza”, il pianeta della fiducia del credere, della giovialità, dell’espansione, dell’ampliamento della visione.

Quindi, cosa aspettarsi?

 

L’aspettativa

 

Ecco il punto chiave: l’aspettativa. Dal latino ex-pectare, “guardare fuori”.

Giove esprime i concetti di “fede”, “fiducia”, “credere in qualcosa (di più grande)” e sorge inevitabilmente un interrogativo con il quale confrontarsi. Qual’è il mio modo di credere?

Sostanzialmente, si può affermare che esistano due “modalità essenziali di credere”, sintetizzate in queste brevissime frasi:

(1) Vedo, quindi credo.

(2) Credo, quindi vedo. 

Nella modalità (1), viene posta enfasi sul principio di causalità: credo in qualcosa, quando, percependo la realtà con i miei sensi, posso verificare e constatare che essa risulta “vera”. In questo caso gli eventi esterni, le cose che accadono “fuori da me”, determinano ciò in cui credo. Nella mia visione della vita, quindi, riterrò possibili solo le cose che ho già visto accadere e mi aspetterò che, ciò che è successo in passato, sia un evento ripetibile, poiché ad ogni causa segue un effetto.

Vedo ==> Credo: credo in ciò che posso vedere e toccare con mano, mi fido solo di chi mi ha dimostrato di essere degno della mia fiducia. Mi aspetto che qualcosa avvenga fuori da me prima di crederlo possibile.

Nella modalità (2), al contrario, viene posta enfasi su un principio di “determinazione autoindotta della realtà”: quando nel mio campo di consapevolezza interiore credo profondamente che qualcosa sia possibile, questo qualcosa può manifestarsi nella mia vita. In questo caso sono gli eventi interni, le credenze profonde, a plasmare la realtà esterna. Quanto più il campo interiore delle possibilità si espande, tanto più la vita può ampliare il ventaglio di risposte possibili, manifestando concretamente le mie credenze.

Credo ==> Vedo: sperimento e vedo manifestarsi solo le cose in cui credo profondamente. Non aspetto che la vita materializzi un evento per crederlo possibile.

In un certo senso, la differenza tra le due modalità, si riassume in una questione di direzione e orientamento.

Sto guardando fuori (aspettativa) in attesa che le cose esterne cambino, migliorino, evolvano per cambiare, migliorare ed evolvere io stesso?

Oppure sto guardando dentro di me, cambio, miglioro ed evolvo interiormente per proiettarne poi l’effetto positivo sulla realtà che mi circonda?

Il mio pensiero

 

Nella mia visione astrologica, entrambe le modalità (1) e (2) sono operative e funzionali, ma si può dire che esse convergano e convivano in una terza espressione che ne è la sintesi: la sincronicità.

Non approfondisco questo tema per non dilungarmi, ma nella legge di sincronicità vengono a perdersi o quantomeno confondersi i concetti di direzione e di orientamento descritti precedentemente, così come sfuma la distinzione netta tra legge di “causa-effetto” e “determinazione autoindotta della realtà”.

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L’astrologia è un preziosissimo strumento di auto-conoscenza, che, a mio avviso, consente di approfondire e lavorare principalmente sulla componente interna di un individuo, attraverso la  modalità (2): illuminando le zone d’ombra psichica, sgretolando le credenze limitanti e riappropriandoci dei nostri talenti, saremo in grado di proiettare e realizzare nella vita il nostro potenziale ancora inespresso.

In quest’ottica, un transito è un evento sincronico, che funge semplicemente da catalizzatore e da specchio, in grado di mostrarci ciò che si sta muovendo nella nostra psiche e, di riflesso, nella nostra esistenza.

Un transito, ovviamente, sottintende la libertà personale di “rispondere” ad esso evidenziando:

-la modalità (1): gli accadimenti esterni sono funzionali alla mia evoluzione, mi costringono a riesaminare, a trasformare o a fare pace con tutte le mie parti interne;

-oppure la modalità (2): colgo l’occasione per osservare e tramutare ciò che dentro di me ha bisogno di evolvere o non ha più ragione di essere, così che anche la realtà esteriore possa allinearsi al mio progetto di vita.

 

Nota:

Il transito di un solo pianeta non può mai essere letto in maniera esaustiva, se non si tiene in considerazione la configurazione di tutti gli altri pianeti di transito (in particolare  quelli lenti) e del Tema Natale dell’individuo! 

Il transito di Giove 

Abbiamo detto, sinteticamente, che Giove rappresenta la fede, il credere, e il principio espansivo (opposto a quello contraente di Saturno), l’abbondanza, il piacere, la fiducia nella vita, l’allargamento di orizzonti. Di per sé, come qualunque altra cosa nell’universo e nell’Astrologia, Giove non può essere considerato né assolutamente positivo, né assolutamente negativo.

Gli effetti sulla nostra vita si esprimeranno in maniera relativa, ovvero in relazione al nostro personale livello di consapevolezza e al nostro grado di auto-conoscenza autentica.

Il transito di Giove esprime, per sincronicità, l’espansione di tutti i campi esistenziali che  vengono “toccati” dal suo passaggio. Questo significa che Giove può far crescere, nei campi coinvolti, solo le piante che sono state precedentemente piantate e che sono pronte a crescere: Giove in sostanza, espande indistintamente ciò che c’è, qualunque cosa essa sia!

Se nel nostro campo abbiamo piantato erbacce “prive di consapevolezza”, Giove espanderà la crescita di queste erbacce; se abbiamo piantato e curato alberi da frutto in linea con la nostra evoluzione di consapevolezza, allora probabilmente Giove segnalerà il sopraggiungere meritato di abbondanza di frutti.

Se ci aspettiamo che Giove ci porti doni, successo e grandi cambiamenti positivi, ma non abbiamo fatto quel lavoro interiore di potatura e pulitura dalle ombre e dalle credenze interiori limitanti, probabilmente saremo delusi dal suo transito, oppure trarremo benefici momentanei, ci scalderemo in un fuoco di paglia che si rivelerà, in futuro, un investimento inaffidabile, inconsistente e non duraturo.

Giove da solo non porta la gioia. Giove da solo non porta neanche disgrazia.

Giove di transito, ci da invece la possibilità di osservare e focalizzare, attraverso una potente lente di ingrandimento che enfatizza ogni cosa, la modalità e l’efficacia del nostro credere.

In certi casi, questa lente ingigantisce indiscriminatamente fino all’eccesso, facendoci persino vedere progetti, idee e orizzonti nuovi, dove non ci sono, oppure credere in relazioni, sentire emozioni, sentimenti, che in realtà non esistono: percepiremo in modo distorto, sproporzionato, illusorio o camuffato.

La domanda che pone Giove potrebbe essere: nel tuo cammino di crescita, evoluzione e realizzazione hai imboccato la strada che realmente ti nutre e ti riempie e che mantiene il tuo stato d’essere orientato sulla felicità e sulla fiducia costante?

Cogliendo il significato del suo transito, persino il benefico Giove può rivelarsi a i nostri occhi  un pianeta in grado di insegnarci qualcosa: ci mostra quanto davvero crediamo in ciò che orienta gli obiettivi della nostra vita e lo fa senza mezzi termini, innalzando la riuscita degli aspetti che davvero abbiamo integrato con fiducia oppure amplificando la nostra mancanza di fede.

Questa mancanza si può palesare, per l’appunto, sia come disillusione di un successo transitorio che svanisce e non ci riempie, non ci trasforma, non sazia la nostra fame, sia attraverso l’ingigantirsi di problematiche che mettono in dubbio le nostre credenze, o per meglio dire che mettono in evidenza i dubbi che già avevamo, ma che non riconoscevamo.

Se la fiducia è reale e interiorizzata, essa non può che permanere nel tempo. Se invece non è autentica, vuota di contenuto, esagerata o mal riposta, essa si gonfierà come una bolla di sapone, fino ad esplodere. Quel che ne rimane sarà il senso di insoddisfazione, anche perché la fame di Giove è pressoché insaziabile!

 

In effetti, il governatore del segno del Sagittario, al contrario di Saturno (principio restringente legato al dovere, al limite, alla responsabilità) ci sprona a crescere, gioire, credere e recuperare un sano rapporto di fiducia con la vita, quindi potrebbe darci una spinta nel caso fossimo troppo timorosi o contratti di fonte alla possibilità di abbracciare le occasioni.

 

Bilanciando nel nostro modo di vivere questi due archetipi apparentemente antitetici, Giove-espansione con Saturno-contrazione, potremo costruire un senso di soddisfazione e uno stato di felicità molto più duraturi che non affidandoci solo all’uno o all’altro principio.

Ecco perché nella valutazione dei transiti di Giove, è buona norma osservare contemporaneamente anche gli effetti del passaggio di Saturno.

Giove nel segno dello Scorpione

Premesso che per valutare in maniera realistica e globale sarebbe necessario un esame della configurazione di tutti i pianeti di transito (e il cielo di questo periodo è piuttosto ricco di dinamismo!), cerchiamo di esplorare a grandi linee gli effetti potenziali di un Giove in Scorpione.

 

Lo Scorpione è il territorio delle ombre, delle pulsioni e delle emozioni profonde, inconsce, quelle che, se compresse troppo a lungo, possono erompere travolgenti e incontrollate, mostrando un lato di noi che, forse, non sapevamo di avere o che non potevamo accettare.

È un segno trasformativo: attraverso vissuti intensi, intimità, susseguirsi di morti e rinascite interiori, ha bisogno di recuperare una verità nuda e autentica, libera da compromessi e di lasciare andare ciò che non gli appartiene.

 

Essendo un significatore del concetto di vista e di visione, Giove in Scorpione ci invita ad esplorare e a mettere in luce gli aspetti nascosti della nostra personalità, delle nostre emozioni profonde, dei nostri istinti primari e delle nostre relazioni più intime.

Ciò che è celato dietro i nostri meccanismi reattivi inconsci, le nostre ossessioni, le nostre paure  ancestrali, il nostro rapporto con il potere, la mania di controllo, la manipolazione dell’altro, la distorsione distruttiva dei nostri bisogni… tutto questo può essere messo sotto la lente espansiva di Giove, per essere visto, accettato, risolto, riequilibrato, trasformato, integrato e incanalato in qualcosa di costruttivo.

 

Ciò che chiede Giove in Scorpione è la piena fiducia in questo viaggio esplorativo: scendere nell’oscurità apparente dei nostri inferi interiori, per poi riemergere alla luce della consapevolezza verso orizzonti allargati, con una visione più ampia e onesta di noi stessi, dopo esserci riappropriati del nostro potenziale inespresso e della nostra autentica verità.

Cosa aspettarsi dunque?

Possiamo osservare, nel nostro personale Tema Natale, in quale casa Giove transiterà, per comprendere in quali ambiti della nostra psiche e della nostra vita saremo chiamati a compiere questo profondo viaggio e quali situazioni verranno amplificate dal suo passaggio.

Possiamo verificare gli aspetti che Giove formerà con i pianeti della nostra Carta, per stimare quali parti di noi saranno chiamate a sviluppare fiducia e ad espandersi.

Possiamo, inoltre, valutare la posizione e gli aspetti di  Saturno di transito, per riconoscere gli ambiti in cui saremo, invece, chiamati a un “restringimento”, a una concretizzazione, a un duro lavoro per crescere.

Espansione e contrazione, ricordiamo, sono funzioni che dovrebbero collaborare in equilibrio.

 

In ultima analisi, come già ribadito, il dono o la lezione di questo transito, sia a livello  individuale che mondiale, dipenderanno esclusivamente da “ciò che c’è veramente” dentro di noi, qui e ora, e quindi dallo stato di consapevolezza che ciascuno ha raggiunto giorno dopo giorno, passo dopo passo.

 

Come ogni sfida dettata dai passaggi planetari, possiamo delegare all’esterno la responsabilità di ciò che ci accade e proiettare nel mondo circostante quelle parti del nostro mondo interiore che non ammettiamo, che non riconosciamo o che fatichiamo ad accettare.

Al contrario, abbiamo l’occasione di riconoscere che, anche questo transito, è prima di tutto dentro di noi e ci riguarda da vicino, illumina una parte della nostra psiche, della nostra anima ed è un pezzetto risolutivo della missione scritta nel nostro “corpo astrale” ovvero nella nostra Carta Astrologica di nascita.

 

 

Marco Tarallo