TEMPO DI LETTURA: 4 minuti.

La luna del Ghiaccio è l’undicesima lunazione dell’anno lunare e ha inizio sempre nel mese di Gennaio per arrivare a inglobare anche la festa di Imbolc (antica festa pagana), che simboleggia la rinascita del seme nel grembo e il tenue e lento risveglio di Madre Terra. Questa festa viene chiamata anche Candelora in quanto anticamente si accendevano delle candele sulla finestra per invitare la luce del sole ad entrare nelle case, portando calore e gioia. Questa festività era inoltre sacra a Brigit (la dea celtica della guarigione) definita anche la “splendente” e associata in seguito a Santa Brigida con la cristianizzazione dell’Irlanda. La Luna del Ghiaccio è collocata nel bel mezzo della stagione fredda e oscura dell’anno e arriva a cavallo di quelli che per la tradizione vengono chiamati “giorni della merla”, ovvero gli ultimi tre giorni di Gennaio che coincidono con la festa di Imbolc. Questi giorni sono chiamati così perché sono i tre giorni più freddi dell’anno. Questo termine, inoltre, sembra derivare da un’antica leggenda collegata alla numerazione romana del calendario. Si narra che un tempo i merli erano bianchi e una femmina di questa specie, con l’arrivo di Gennaio (che all’epoca aveva 28 giorni), veniva stremata col freddo e la fame per puro divertimento. Un anno la merla si fece furba mettendo da parte le provviste necessarie per poter superare il mese di Gennaio, senza essere costretta a uscire dalla sua tana. Giunto il 28 di Gennaio, la merla uscì dalla sua tana beffarda, convinta di aver raggirato per bene questo mese. Gennaio infuriato chiese in prestito tre giorni al mese di Febbraio e la volle punire per la sua irriverenza con temperature rigide, neve e gelo. A questo punto l’uccellino si rifugiò in un camino per cercare un riparo dal freddo, sopravvivendo così alle rigide temperature. Quando però uscì dal camino era tutta ricoperta di fuliggine, così che da quel momento tutti i merli nacquero neri.

McLnabnca

Questa leggenda porta con sé un messaggio recondito in quanto il calendario romano prevedeva un Gennaio di soli 28 giorni: i tre giorni della merla, quindi, se sono particolarmente freddi preannunciano una primavera di bel tempo e, se invece non lo sono, annunciano un ritardo del caldo. Per i nostri antenati questi erano momenti in cui si centellinava la legna e le provviste accumulate durante l’anno, aspettando pazientemente il ritorno della luce. Questo era anche un momento propizio per le divinazioni e le profezie su come sarebbe andato l’anno in corso, cominciando inoltre a calcolare quale fosse il momento migliore per la semina. La Luna del Ghiaccio, in ogni caso, è nota per la distesa fredda che copre la terra in questo periodo. E, proprio a cavallo di questa luna, il bucaneve spezza questa coltre di gelo e comincia a germinare. Il ghiaccio, riflettendo la luce del sole crea la meravigliosa bellezza del riflesso che, come una miriade di cristalli lucenti, ci ricorda che la luce sta via via prendendo il suo posto. Questa luna, quindi, ci ricorda il ritorno alla purificazione e non per niente il suo colore è un bianco splendente (come la neve e la nascita): il bianco è un colore simbolicamente legato al principio delle cose, proprio come il nero. Questa è una luna speciale che invita a sognare e a tornare alla spensieratezza, ai giochi dell’infanzia e alla gioia delle piccole cose. Verso la fine di questa lunazione cerchiamo quindi di aprirci e ascoltare il bambino interiore che continua ad esistere in ognuno di noi! Possiamo anche viverlo con l’imminente arrivo del Carnevale (festa che deriva dai Saturnali e Baccanali romani) nel quale il caos prendeva il sopravvento sull’ordine costituito e dal quale deriva il termine fare “baccano” per riferirsi ad una grande confusione. Verso la fine di questa lunazione la vita ci reclama in tutta la sua bellezza e ci invita a danzare con lei. Buttiamo via le cose vecchie, scrolliamoci di dosso la polvere e facciamo entrare una nuova energia! Cose nuove stanno per arrivare e cose vecchie vanno a morire… spesso, affinché qualcosa prenda vita, è necessario che qualcosa d’altro muoia simbolicamente per far posto al nuovo. Con i Tarocchi possiamo celebrare questa festa usando le carte della Papessa (lama num. II) e il Giudizio (lama num. XX).

II - La Papessa

La Papessa, custode dei misteri e donna saggia, rappresenta la riflessione, il silenzio e la gestazione simbolica dal quale lentamente germoglierà il nuovo seme. Il Giudizio rappresenta una chiamata a risorgere dalle ceneri e dal fango del passato per costruire nuove realtà: è una carta di estasi profonda che ci invita ad una presa di coscienza e in cui le energie risalgono dalla terra al cielo e, contemporaneamente, discendono dal cielo fino alla terra.

XX - Il Giudizio

Il Giudizio rappresenta infine l’ultimo passo  prima della realizzazione totale della carta del Mondo (lama num. XXI).

Alice★