Buongiorno, cari amici del blog dei tarocchi di Alice e ben ritrovati. Oggi vorrei affrontare un tema di grande attualità e interesse. Si fa un gran parlare del così detto “narcisista”, tant’è che in merito sono stati spesi fiumi di inchiostro da parte degli esperti della salute mentale. Ora, io non voglio assolutamente sostituirmi a loro, ma semplicemente esprimere quella che è la mia opinione in merito. A tal proposito, ho notato che la tendenza è sempre quella di addossare la responsabilità al narcisista, definendolo un individuo incapace di amare, egoista e accentratore. Nel momento in cui andiamo a rileggere il mito,  nella triste storia sono in due appunto: Narciso e la ninfa Eco, due “archetitpi” che sembrano in qualche modo incastrarsi alla perfezione.  

Narra una versone del mito che Narciso fosse un bellissimo giovane, il cui splendore in realtà fu la causa della sua rovina. La madre Liriope, ansiosa di conoscere il destino del figlio un giorno interpellò l’Indovino Tiresia il quale con un’aria sibillina le disse che Narciso avrebbe avuto una lunga vita, a patto che non conoscesse mai se stesso. Liriope, non comprese la profezia dell’indovino e con il passare del tempo dimenticò quando le era stato predetto. La sorte volle che Narciso un giorno, mentre vagava nei boschi, incontrò la ninfa Eco, la quale a causa di una maledizione poteva ripetere soltanto le ultime parole dei discorsi che le si rivolgevano. In particolare, durante una battura di caccia Narciso smarrì il sentiero e cominciò a chiedere aiuto a gran voce. A quel punto, Eco decise di mostrarsi a lui rispondendo al suo grido di aiuto, protendendo le sue braccia con il cuore traboccante d’amore, ma Narciso fuggì inorridito. Eco, si nascose nel bosco e cominciò a vivere in solitudine, fino a scomparire, a tal punto che di lei rimase soltanto la voce. Gli dei a questo punto vollero punire Narciso per la sua insensibilità e inviarono Nemesi, dea della vendetta, la quale condusse il giovane difronte a uno specchio d’acqua nel quale esso vide la sua immagine riflessa. Non consapevole di avere di fronte se stesso, Narciso immergeva le braccia nell’acqua per catturare quel bellissimo riflesso, che però scompariva non appena lo toccava. Alla fine, Narciso morì presso quella fonte anelando a catturare un’immagine del tutto inarrivabile e irreale.  

Questo mito in realtà è ancora molto attuale ed ha un importante significato.  Questa leggenda narra la storia di due opposti, ma complementari, oserei dire! Narciso è totalmente incentrato su se stesso, o meglio su un’immagine, una maschera che si è costruito, la quale è andata in mille pezzi nel momento in cui si è specchiato. La ninfa eco invece non ha la minima cura e stima di se stessa. Il comportamento di Narciso non è meno dannoso di quello di Eco: la scarsa autostima di Eco e l’auto-celebrazione smisurata di Narciso sono due lati di una stessa medaglia. Narciso è concentrato su se stesso ed è totalmente privo di empatia, allo stesso tempo Eco che non riesce ad interrompere il suo richiamo, non può fare altro che consumarsi e struggersi per il suo rifiuto, fino a scomparire. Alle fine, entrambi, con modalità diverse, scompaiono! L’uno viene punito dagli Dei, l’altra muore letteralmente di solitudine. In un modo o nell’altro l’assenza di amore in primis per noi stessi non può che portarci a annullarci per l’altro, sperando in maniera vana che l’altro prima o poi cambi. Soltando quando sviluppiamo una buona autostima e impariamo a nutrirci, non sperando che sia l’altro a colmare i nostri vuoti, allora sì possiamo amare e costruire delle relazioni sane e nutrienti. Forse vi sembrerà scontato, ma non lo è! Anche nella mie esperienza di lettrice di tarocchi, sento molto spesso le persone lamentarsi continuamente del partner, denigrandolo o comunque parlandone male (discorso valido sia per uomini che per donne). A questo punto mi chiedo:” Allora cosa ci stai a fare con una persona così?”. Come uno che odia la montagna, ad esempio, però si reca in vacanza lo stesso! Ricordiamo che il vero potere è su noi stessi, non sull’altro. Mi viene in mente la Regina di denari, una figura di corte davvero rivelatrice! Una donna dalla postura elegante e dignitosa che in mano tiene un denaro: quel denaro rappresenta il valore che diamo a noi stessi. Certo è che se il valore è scarso, nemmeno gli altri potranno apprezzarci e amarci.  La vita in fondo è un eco, ci rimanda esattamente ciò che immettiamo, anche se tutto questo molto spesso accade a livello incoscio, senza che ne siamo conspapevoli. Io credo anche all’inizio di una relazione, ci siano fin da subito dei segnali che qualcosa non va. La nostra anima ci parla continuamente, e spesso lo fa attraverso il corpo, il quale è lo strumento che ci permette di fare esperienza nella materia. In quest’epoca dove siamo tutti “iperconessi”, ma in fondo distanti,  è necessario che ritroviamo la connessione con il nostro cuore e ci prendiamo cura con amore e gentilezza delle nostre ferite, poichè nessuno potrà mai farlo al nostro posto. Quando siamo con una persona quindi è di fondamentale importanza ascoltare il nostro corpo, le nostre sensazioni e il nostro intuito, ciò vuol dire accorgersi, esistere ed essere presenti!  Ad ogni modo, uomini o donne che siate, abbiate sempre cura di voi stessi e, soprattutto, amatevi nella vostra meravigliosa imperfezione. Questo è il mio augurio di cuore. 

 

La Stregatta